Io sono solo un uomo!
Sono queste le parole
conclusive di una breve memoria,
scritta a matita da Daniel Blake , per un ricorso agli uffici che gli avevano tolto
l’indenntà di malattia, nonostante il suo recente infarto.
La morte, tuttavia, lo coglierà proprio nel bagno di
quell’ufficio e solo ai funerali le sue
parole potranno essere lette dai suoi più cari amici forse proprio a noi spettatori di questo profondo ed inquietante film che denuncia il profondo
malessere degli “ultimi”.
Alla fine, forse, ci chiederemo
insieme al regista Ken Loach ed all’autore Paul Laverty:
- C’è ancora posto per un essere
umano nelle nostre società moderne?
- C’è ancora posto per la
comprensione e la cura dell’altro , esercitata, per tutta la durata del
film, solo dai poveri verso gli altri poveri
e marginali?
Nonostante fosse un uomo solo e
colpito da un grave infarto, Daniel Blake aveva una sua professionalità. Era un
bravo carpentiere, ascoltava gli altri e cercava di aiutarli ogni volta che
poteva , con una disponibilità sconosciuta alla logica ed all’organizzazione
delle istituzioni.
Era apprezzato da tutti
quelli che lo conoscevano, anche se non sapeva utilizzare un computer e non
possedeva uno smartphone.
Oggi, tuttavia, nella nostra
società il lavoro è un bene raro e prezioso e , come ci spiega in una scena del
film il docente di un corso per la preparazione dei curricula, non basta essere bravi e seguire il criterio
della meritorazia. Bisogna anche essere furbi e saper comunicare bene .
Tutto vero e forse anche giusto,
a patto di non dimenticare che tutto
questo deve comunque permettere di mantenere la dignità di ogni cittadino.
Tutto giusto purché non si
dimentichi che la mobilità del lavoro ed il suo orientamento verso l’impiego
più produttivo non deve essere pagata dall’incertezza e dalla marginalità del
singolo lavoratore che, perduto per qualsiasi motivo il posto di lavoro, deve invece esser seguito ed assistito con
cura dalle istituzioni fino al suo pieno reinserimento. .
Le nostre società si fondano ed
amano la libertà , ma questa deve essere possibile per tutti i cittadini così
come il rispetto e la dignità della persona.
Bisogna pertanto fare in
modo che Daniel Blake non abbia più bisogno di ricordarci che è un essere umano
ed ha diritto di cittadinanza.
Non mi sento di dire altro se
non ringraziare Ken Loach per questo
film, Palma d’oro 2016 al Festival di Cannes e per la sensibilità e l’impegno
civile che hanno caratterizzato tutte le sue opere.
Molto bravo il protagonista Dave
Johns ( Daniel Blake) e la sua sperduta, ma coraggiosa e tenera amica Katie, interpretata da Hayley Squires.
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